NEO FORMAZIONI SENSIBILI


Editoriale del 23 maggio 2013

Sono in corsa con la moto, in un pomeriggio fresco primaverile. Il motore romba baldanzoso, e racconta di un passato scintillante e di un futuro senza ombre, mentre il presente è uno squillate inviluppo complesso di suoni, come in un quadro cubista di Braque.
Improvvisamente, nell’armonia assoluta di questo chiasso organizzato, emergono delle note nuove, componenti sonore che non c’erano e che ora sono li a pormi nuovi interrogativi. Impossibile fare finta di niente. Sono quelle novità che non promettono nulla di buono.
Come talvolta capita sotto la doccia, mentre esploriamo il nostro corpo, e dalla superficie della pelle emerge qualcosa che non c’era: ‘neo-formazioni’, nel freddo linguaggio medico. Subito un brivido di paura corre lungo la schiena, come le gocce d’acqua che continuano a scendere per inerzia, una volta chiuso il rubinetto. Il capo chino grondante d’acqua, il nostro sguardo assente si spinge dritto sulla linea temporale della nostra vita, senza possibili fughe laterali, misurando distanze e aspettative, e ricordandoci dei nostri cari che da quella linea sono stati scalzati.
Ora il malefico rumore è improvvisamente scomparso, con la stessa aleatorietà con cui era emerso dal nulla. Il pungente fresco primaverile penetra da ogni apertura del mio abbigliamento poco motociclistico. Guardo il fondo del viale, so che la fine è la in fondo da qualche parte, ma per ora non la vedo. Mi sento vivo.

Alessandro Chessa
(econofisico ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

Il mio corpo che cambia (1999) è un brano dei Litfiba.

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