Quintino Sesto era un Accademico Perduto vissuto nel 1500. Di nobile e ricca famiglia, ricevette una precoce formazione culturale. A quattro anni sapeva già scrivere, recitare le orazioni in latino e, soprattutto, apprezzava l’importanza dei numeri. Ogni insieme di elementi numerabile diventava oggetto della passione, contare. Contava di tutto: i fiori del grande giardino della villa di campagna, le patate conservate nella dispensa, i passi necessari per spostarsi da una stanza all’altra del palazzo di città. Crescendo, Quintino imparò a prendere appunti delle sue rilevazioni numeriche. Questa passione durata tutta la vita lo portò a riempire migliaia di pagine di dati (per l’esattezza 237.482 pagine, così ci dice nella sua memoria). Dati abbastanza aridi, perché mai arricchiti da considerazioni utili a trasformarli in informazioni statistiche; comunque sicuramente precisi e attendibili.
Oltre a una voluminosa memoria, Quintino Sesto depositò in Archivio una donazione: un grande sacco pieno di grani di pepe nero, spezia allora molto preziosa. Appeso al sacco c’era un cartellino metallico con incise alcune cifre: 126.703.808. Penso che fosse il numero di grani contenuti, ma non ho ancora avuto il tempo di verificarlo.
Carlo M.G. Pettinau
(Archivista dell’Oblio)
COGLI L’ATTIMO
da π – Il teorema del delirio (1998) diretto da Darren Aronofsky ed interpretato da Sean Gullette