Questa è un’ode al ventilatore, mirabile strumento del genere umano minacciato dall’egemonia dei condizionatori. Fa così: Gira, gira, vortica, affetta mio splendido ventilatore! Anche qui, anche adesso il tuo borbottio sbilenco mi è grammatica universale, identico a se stesso per l’eternità come fosse il coro di tutte le voci di tutte le genti mai esistite. Frullatore gentile e metafisico! Sussurro olimpico! Monotonia siderale! E che sollievo il venticello sugli alluci della puerpera sognante e sul culo di babbuino dell’infante, sui corpi unti come anguille dal piacere e sugli interminabilissimi strameriggi delle solitudini, fino fino in periferia dove nulla si muove neppure le cicale tantomeno il tempo sul cadavere enfiato dell’obeso…giace spiaggiato sul letto e per ficcarlo dentro al baule due omaccioni delle pompe funebri salteranno sul coperchio come su un castello di sabbia! Un puzzo nel palazzaccio che per le scale arriva fino fino sulle froge del portiere…dalla culla alla tomba, il welfare! Che la civiltà sia in declino in questi giorni si capisce dalla dittatura dei condizionatori! Ma vogliamo scherzare? Ecco i risultati del capitalismo! I molari della tecnica e il bolo delle parole! Dalla figura umana del ventilatore all’anonima precisione centigrada dei monoliti sui muri! E dove sarebbe il racconto? Dove la memoria? Vita mia, mai sarò più felice di quando in mutande e canotta scrivevo e leggevo, leggevo e scrivevo a Beirut e gocciavo da tempie, palle, e ascelle…ah! Che meraviglia! La guerra e il caos tutto intorno! Che cognizione del dolore! Suvvia, immaginiamoli allora…in limine alla sostituzione, spazzati via dal neoliberissimo mercato a Bombay, Caracas, Kinshasa, sulle loro mensole modeste e nel disordine dei soggiorni diroccati…mio splendido ventilatore! Ogni cosa prolifera dalle tue ali di plastica, il volo, la cera e la picchiata, lo sfascio e la resurrezione del viluppo, gira gira gira per l’aere eterno, e io con te, l’incanto lisergico degli occhi è spirale di leccalecca…addio! Questa è la frontiera, il vuoto, e l’asino alto levato.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Questa è un’ode al ventilatore, mirabile strumento del genere umano minacciato dall’egemonia dei condizionatori (da ODE AL VENTILATORE, editoriale di Luca Foschi)