“Non piangere. Ho bisogno di tutto il mio coraggio per morire a vent’anni.”
Con queste parole se ne va uno dei più grandi matematici di tutti i tempi.
Évariste Galois finì in prigione tre volte, una delle quali per aver brindato al Re con un pugnale in mano; tirò il cancellino in testa a un professore durante il test di ammissione dell’École Polytechnique; dovette sopportare il suicidio del padre; e s’innamorò di Stephanie. Per lei, prese parte al duello che lo uccise. E nell’ultima notte della sua vita, consapevole della sorte che lo aspettava, mise per iscritto tutti i risultati cui era arrivato. In quei fogli diede risposta a un quesito vecchio di millenni, perché dimostrò che non può esistere una formula per risolvere tutte le equazioni di grado superiore a quattro. E in questo modo creò la Teoria che oggi prende il suo nome, cambiando per sempre la matematica.
Nella foto: il mio pellegrinaggio al cenotafio di Galois, a Bourg-la-Reine.
Raffaella Mulas
(studentessa fuori sede di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da LA INSÓLITA HISTORIA DE EVARISTE GALOIS corto d’animazione spagnolo