PESSIMISMO, PREGIUDIZIO E PENTIMENTO


Editoriale del 25 maggio 2014

Una nocciolina all’ora, caloria più caloria meno. Il cervello consuma la stessa quantità di energia a pensare delle cose belle o brutte e, forse, consumerebbe di più in rapporto all’intensità dei pensieri e della difficoltà dei problemi da risolvere ma non all’umore con cui si affrontano. Non vale quindi la pena essere pessimisti. Tra l’altro, sarebbe stato accertato anche questo, più vi lamentate più attirate dei menagrami e delle cornacchie petulanti intorno a voi e – a quel punto – quando vi passa la tristezza? Mai più; quindi fate una bella cosa, prendete un libro di storia o fatevi un giro su wikipedia e guardate in che casini è stato il mondo negli ultimi mille anni o anche di più se vi aggrada. Carestie, pestilenze e fame vera. Guardate le foto di Henry Cartier-Bresson che immortalano l’Europa subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, solo 70 anni fa! Provate – è difficilissimo lo ammetto – a immedesimarvi in un profugo, in un malato terminale o nel genitore di un bambino morente e (sperando davvero che non siate in nessuna di queste situazioni) paragonatevi a come state davvero adesso. Siete sicuri che la vostra vita faccia davvero tanto schifo? Anche se lo avete pensato solo per un attimo, smettetela. Il fatto che stiate leggendo queste righe on-line dimostra che state meglio di almeno il 90% del resto degli abitanti del pianeta. Quindi non lamentatevi, siate riconoscenti e sorridete. Grazie.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

da La fortuna con l’effe maiuscola (1942) commedia in tre atti scritta da Eduardo De Filippo

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