Che cosa significa il taglio, il gesto con il quale Lucio Fontana squarcia la tela, fissato in modo geniale in questa serie di scatti di Ugo Mulas? Lacan ci ha spiegato che per rappresentare qualsiasi parvenza di realtà abbiamo bisogno di riferirci a tre dimensioni che si annodano in questa loro “ternarietà”, mentre se presi due a due si sciolgono e sono liberi: il Reale, il Simbolico, cioè la catena di significanti che cercano di “far presa” su di esso, senza mai riuscirci in modo esaustivo, e l’Immaginario, come nuova interpretazione, espressione di una creatività che comincia a prender forma ma non ha ancora assunto una dimensione concreta.
Come possiamo trasferire nello spazio a due dimensioni della tela questa “trinità”? Fontana ha genialmente intuito che lo possiamo fare solo evidenziando e rimarcando l’assenza della dimensione del reale sotto la forma della lama di un coltello che squarcia la tela e si propone come confine tra le due dimensioni rimanenti. Un vuoto, quello che si viene così a produrre, che rimette in moto il gioco dei significanti e gli imprime una nuova forza. Pensate al gioco dei quindici, nel quale è la casella vuota a rendere possibile lo spostamento di tutte le altre: questa casella non rinvia ad alcun senso, ma senza di essa il gioco si fermerebbe da sé. L’aggiunta di un significante supplementare ai quattordici già disponibili bloccherebbe ogni dinamica: è solo l’introduzione di questo spazio vuoto di senso che consente di rimettere in gioco il reale assente, di ricostituire la relazione tra i tre anelli lacaniani e di riottenere il nodo Borromeo in tutta la sua potenza ed efficacia rappresentativa.
Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)
Che cosa significa il taglio, il gesto con il quale Lucio Fontana squarcia la tela, fissato in modo geniale in questa serie di scatti di Ugo Mulas? (da POTENZA DELL’ASSENZA E DEL VUOTO – Editoriale di Silvano Tagliagambe)