QUELLA SERA CHE IO, GIORELLO, FILIPPO E MARIO ANDRETTA


Editoriale del 18 giugno 2021

Quando Giulio Giorello è deceduto Silvano Tagliagambe lo ha ricordato in un editoriale molto bello su Aristan. Lo abbiamo ricordato ancora privatamente quando me l’ha raccontato Filippo Martinez, con dovizia di aneddoti. Da poco è uscito l’editoriale altrettanto toccante di Fabio Canessa sempre su Aristan. Lo conoscevano tutti molto bene e lui conosceva Aristan, dove anche a me è capitato di incrociarlo, posso dire quindi di averlo conosciuto, anche se lui non ha conosciuto me.
L’ho sentito in una delle serate per le quali mi vanto di essergli stato collega, il suo tema era Tex Willer. In quell’occasione Giulio, a sua volta, si guadagnò il titolo di mio collega. Non ho niente da aggiungere su di lui, io, voglio solo raccontare il dopo conferenza a Oristano. Una scusa per raccontare di me e di qualcun altro. Filippo organizzava sempre, dopo ogni serata, una cena a casa di qualche mecenate oristanese e io mi trovai invitato. La padrona di casa aveva voluto invitare anche me, forse perché a tavola faccio la mia figura. In effetti aveva assistito alla mia serata più trionfale ad Aristan. Però ero con l’amico Mario Andretta, ero andato con lui perché guida bene. Gli invitati erano a numero chiuso, come fare? Filippo mi disse che ci avrebbe pensato lui, e con lui entri tranquillo anche in una gabbia di leoni, quegli animali che sbadigliano facendo rumore. Andammo quindi, salutai la padrona di casa e Filippo risolse la sorpresa di quell’invitato inatteso. “Le presento Mario, il compagno di Nino”. Tutti e due sorridemmo, come due abituati a quella sorpresa. Si sparse la voce, avevo finalmente una vita segreta rivelata, Zorro si era tolto la maschera, ci sedemmo a tavola, Filippo alla mia destra, capotavola, e Giulio Giorello davanti a me e io davanti a lui. Abbiamo interpretato la parte tutta la sera, senza manierismi, molto dignitosi, senza sbordare, senza cedimenti, divertendoci, per tutta la vita avevamo avuto il fardello di sembrare super machi, avremo fregato un sacco di donne, si aprivano prospettive di carriera, mi dispiace solo che Giorello non abbia mai saputo la verità. Perché siamo andati avanti senza svelamenti, senza coming out al contrario. A un certo punto Filippo, che sa come muovere le sue pedine, forse per rispondere a una curiosità che avvertiva, mi chiese come ci fossimo conosciuti. Tutto molto casuale “Mi ricordo bene, era una calda giornata d’agosto, spiaggia del Poetto, io stavo entrando in acqua e Mario stava uscendo, due corpi che si incrociavano, due persone cui il destino dava una possibilità. Io gli schizzai un po’ d’acqua e lui mi sorrise, ricambiando, simpatia a prima vista…” Poi Filippo, sapendo che in queste situazioni c’è il pericolo che deragli, mi bloccò. Giorello ascoltava, anche Tex avrebbe potuto essere gay. Ero una verità di ragione e una finzione di fatto. A fine serata salutammo tutti e andammo. Filippo fu richiamato indietro, per la verità storica. Gli manifestarono lo stupore per essere io gay, praticamente per essere un insospettabile gay, come Tyson. La settimana successiva vado a un’altra serata di Aristan e uno che non conosco, ma lui conosce me, mi saluta e mi fa “Come sta il suo compagno? Non è venuto?” e si mette a ridere. “Figuriamoci se non viene, è gelosissimo”.

Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)

“Gli manifestarono lo stupore per essere io gay, praticamente per essere un insospettabile gay, come Tyson.”
Da QUELLA SERA CHE IO, GIORELLO, FILIPPO E MARIO ANDRETTA – Editoriale di Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)

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