RAWLS CHI?


Editoriale del 3 giugno 2018

Nel 2016 sul Fatto Quotidiano Stefano Feltri, gongolante, riportava un’indagine ISTAT a dimostrare che gli studi umanistici sono da ritenersi inutili, soprattutto in un Paese in crisi che dovrebbe invece puntare su medici, ingegneri, economisti. Che poi lo dice sempre anche mia cugina che non è editorIalista: se non costruisci un ponte, non ricomponi una frattura o curi una carie, se non sai tenere i conti per un’azienda o trovare la cura per il cancro che cosa studi a fare? I neoministri della Repubblica (terza ma come nuova) sono quasi tutti laureati. A differenza dei loro predecessori, salvo eccezioni, hanno fatto i compiti. Economisti all’Economia, medici alla Sanità e pazienza se alla ricerca e all’università ci andrà Toninelli,  tanto è la Ricerca mica la Difesa. Nessuno nel nuovo governo giallo-verde ha una laurea in filosofia. Bene, si baderà al sodo, a “crescere” come si usa dire di questi tempi. Certo, ad aver letto John Rawls uno saprebbe che per stabilire quali sono i diritti che devono essere garantiti a tutti occorre ipotizzare uno sguardo limitato dal velo di ignoranza. Ovvero: ti trovi nella posizione originaria, che precede il tuo incarnarti storico. Non sai se sarai bianco o nero, povero o ricco, disabile o normodotato. Se ti trovi a scegliere quali sono i diritti fondamentali e non sai di cosa avrai bisogno tenderai necessariamente a garantire il maggior numero di diritti a quante più persone possibile. Non per buonismo ma per calcolo razionale. Su questi diritti, di matrice dunque inclusiva, convergerà la legge. E dentro ci stanno cittadinanza, sicurezza e libertà, i grandi classici, più il welfare che di fatto nasceva davvero mentre Rawls scriveva. Ma i signori della terza repubblica non hanno studiato filosofia e l’ignoranza talvolta non è un velo ipotetico da usare come strumento di riflessione, ma una coltre pesante e scura che avvolge ogni logica. Così la Famiglia è in mano a un omofobo che ne restringe i confini («Unioni gay e immigrazione di massa cancellano il popolo italiano»), la Salute a una no-vax (i vaccini forse servono ma è più importante la libertà dei genitori di dire no alla scienza), l’Interno – va da sé – a uno che si vuole chiudere “solo dentro una stanza e tutto il mondo fuori”, come diceva Vasco. Io un corso singolo di filosofia politica, rimborsabile ovviamente, lo offrirei ai nuovi ministri. Un’ora sul giusto mezzo, due sul superamento del concetto di tolleranza, venti minuti sulle identità multiple e il resto sulla laicità dello Stato e sui nazionalismi. Retorica e sofistica zero, devono averli già fatti (Di Maio assente).

 

Eva Garau (Precaria di Aristan)

Nessuno nel nuovo governo giallo-verde ha una laurea in filosofia. Bene, si baderà al sodo, a “crescere” come si usa dire di questi tempi. Certo, ad aver letto John Rawls uno saprebbe che per stabilire quali sono i diritti che devono essere garantiti a tutti occorre ipotizzare uno sguardo limitato dal velo di ignoranza. (da RAWLS CHI?, editoriale di Eva Garau)

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