Disperati dalla cronaca, rifarsi gli occhi con una telecamera nel bosco? Nostalgia da Neandertal o sogni da Sapiens?
Una volpe affamata, le sue orme sulla neve, la neve sciolta a dissetarlo; un capriolo bianco tra i fiocchi di neve, e poi anche lui nella trasparenza del ruscello ritrovato. Caprioli adulti passano quasi indifferenti, ma un cucciolo invece si ferma a curiosare un mondo nuovo. Due istrici in perlustrazione notturna con le mille antenne lucenti dei loro aghi, poi di nuovo primavera con l’agile corsa di una lepre. Un cervo si disseta alla neve che si scioglie, un tasso sembra incuriosirsi a guardare chi lo spia tra le foglie. Uno scoiattolo con i suoi salti mette in dubbio la forza di gravità, subito dopo riconfermata da cinghiali e maiali senza preoccupazioni di tempo. Una faina conferma le sue abitudini notturne. Lupi si aggirano in branchi, gli occhi come fari nel buio della notte.
Forse anche e ancora promessa di una vita diversa,
come nella natura non domata del Libro di Giobbe:
«… dei rumori della città se ne ride,
e non ode le urla dei guardiani…».
Forse anche e ancora profezia, come nel Libro di Isaia:
«… il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto,
e il vitello e il leoncello pascoleranno insieme…».
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
https://video.repubblica.it/edizione/parma/un-occhio-nascosto-nel-bosco-gli-animali-ripresi-nelle-quattro-stagioni/323845/324463
Forse anche e ancora promessa di una vita diversa, come nella natura non domata del Libro di Giobbe: «… dei rumori della città se ne ride, e non ode le urla dei guardiani…». Da RITROVARSI? – Editoriale di Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)