«Un giorno M. trovò nel Cimitero del convento un quattordicenne seminudo che, in risposta alla sua domanda, disse di venire da Jeres de los Caballeros in Estremadura. Portatolo nella sua cella e datogli qualche vestito, gli disse che per mangiare e dormire poteva tornare là, ma che durante il giorno doveva darsi da fare per trovare un lavoro. Nel frattempo gli insegnò il mestiere di barbiere. Poi, Giovanni, affezionatosi a M., gli chiese di accettarlo come suo assistente. M. lo accolse e lo incaricò di una missione particolare: portare l’elemosina a quelle famiglie già ricche ed ora ridotte in miseria».
Poteva essere l’altro giorno, ma era il 1635. M. era Martino da Porres. E i suoi colleghi monaci mal sopportavano che ogni tanto desse ospitalità dentro il convento, nella sua cella, a qualche povero immigrato come quello trovato nel cimitero.
Se il mondo è sempre uguale, dove trovarne il senso?
Di Martino da Porres esistono i ”Fioretti”, come per Francesco di Assisi, ed è chiamato il San Francesco delle Americhe, perché, con la stessa cura con cui guariva gli umani, guariva anche gli animali. E in più ci parlava, come Francesco. Non è facile dire come siano nate certe leggende dei suoi dialoghi con gatti, cani e soprattutto topi, che un giorno salvò da un avvelenamento generale dando loro appuntamento in fondo al giardino, dove portava loro da mangiare a condizione che non invadessero più a truppe la sua infermeria. Una volta, a un gatto ferito, dopo averlo curato, diede appuntamento il giorno dopo per la medicazione. Un collega sospettoso si appostò per verificare. Il gatto tornò puntuale.
Che il senso della storia, più che nelle cronache, stia nei “fioretti” sconosciuti di queste vite da sogno, ma, chissà come, reali?
«Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (Salmo 8,5)
Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)
“Una volta, a un gatto ferito, dopo averlo curato, diede appuntamento il giorno dopo per la medicazione. Un collega sospettoso si appostò per verificare. Il gatto tornò puntuale.”
Da Salmo 318 DOVE TROVARE IL SENSO? – Editoriale di Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)