“Scusi, da dove si butta la gente qui da voi?”. Provate a chiederlo, vedrete che dopo un momento di smarrimento viene sempre fuori qualche luogo ideale, la classica Torre Eiffel che attrae tutti quelli che aspirano a farla finta. Ma perché proprio lì?
Ho sempre creduto che, nella genesi del suicidio, la componente emulativa svolgesse un ruolo importante, difficile altrimenti spiegare perché dal 1937 sul Golden Gate Bridge che Hitchcock definì “un luogo ideale per un delitto” vi siano stati quasi 1500 suicidi. Ogni città ha il suo Bastione, il suo Empire State Building. Ma recentemente mi trovavo in un paese con un clima meraviglioso e una qualità della vita eccellente eppure con un tasso anomalo di suicidi.
Alcuni abitanti, mi raccontano di un episodio avvenuto in montagna, nel comune limitrofo pochi metri oltre il confine segnato da una strada sterrata.
Purtroppo però, credo per motivi burocratici, gli agenti intervenuti decidono di redigere il verbale spostando di qualche albero in qua il luogo esatto dell’accaduto.
E allora ho capito che non c’entra niente l’emulazione, non c’è niente di estetico, è solo destino.
Piergiorgio Mulas
(Direttore di Ar Psicosomatica)
COGLI L’ATTIMO
The Bridge – Il ponte dei suicidi è un film documentario del 2006 diretto da Eric Steel, incentrato sul tema dei suicidi dal Golden Gate Bridge