Un amico di sventura ci donò un coltellino di 4 centimetri realizzato con la lamiera di una scatoletta di pelati.
Ci serviva per tritare la cipolla e l’aglio: con le posate di plastica non si può.
Nel corso di una normale perquisizione, gli agenti ce la sequestrarono.
Ma Albo si oppose ferocemente.
“È illegale, professor Valdes”, gli disse un graduato.
Albo lo guardò dritto negli occhi.
“Anche lei è profondamente illegale perché chiude a chiave gente che più di lei è libera. Se avesse infatti un briciolo della mia libertà interiore non farebbe questo lavoro da portinaio degli oppressi”.
Lui cercò di capire se in queste parole si ravvisassero gli estremi per un rapporto disciplinare. Ma non ne trovò.
Io presi un ananas che dalla cucina ci avevano mandato intero e glielo porsi assieme a un coltello di plastica.
“Per cortesia – gli domandai – mi può insegnare a sbucciarla?”.
Prese in mano il coltellino di latta e ce lo restituì.
“Solo per l’ananas”, ci disse.
Mangiammo io e Albo rabbia e veleno.