Albo non fece mai domanda di permesso perché riteneva che la libertà sia un fatto prettamente intellettuale e quindi si può essere liberi anche da reclusi.
Un’idea che mi trova d’accordo solo in parte.
Infatti, benché si possa essere liberi pur da incatenati, sempre meglio non avere catene che averle.
“Pensa però – mi disse – ai monaci trappisti che fanno voto di clausura e silenzio. Non ti paiono costoro reclusi volontari?”
Preparava per pranzo gli arancini di riso.
“Vedi – aggiunse – se mozzarella e alici sono racchiuse in un cuore di riso migliorano il sapore di contenente e contenuto. Presi separatamente sono meno buoni: è la reclusione del meglio che costruisce il meglio”.
Vedendo un po’ di scetticismo nei miei occhi mi illustrò un’altra metafora parlandomi a lungo dell’invenzione di quel formaggio straordinario che è la burrata,
“Avrai pur ragione”, gli risposi: “Ma preferisco bere acqua senza chiedere il permesso”.
Friggemmo gli arancini appena spennellati di uova e sugo.
Io mangiai così la mia libertà.