DIALOGO TRA UN VENDITORE DI ISCRIZIONI E UN PASSEGGERE


Editoriale del 25 novembre 2024

VENDITORE – Iscrizioni, iscrizioni nuove per il corso di laurea dell’Università di Aristan! Ha bisogno di 18 viaggi nell’arte, nella scienza, nella musica e nella fantasia, signore?

PASSEGGERE – Beh mi farebbero piacere… Ma questa è una vera università?

VENDITORE – Più vera del vero, signore. È una fluttuante università innovativa, serissima e divertente che assegna lauree prestigiose in Teoria e Tecniche di Salvezza dell’Umanità.

PASSEGGERE – “Teoria e Tecniche di Salvezza dell’Umanità… E, mi dica, quali porte può aprire questo dottorato?

VENDITORE – Può aprire le porte della mente, e a chi ce le ha già aperte può spalancarle facendo entrare suoni colori immagini e pensieri che non si trovano in nessun’altro ateneo. E in più questa laurea non ha alcun valore legale.

PASSEGGERE – Come sarebbe a dire che non ha alcun valore legale? E soprattutto perché questo sarebbe un di più?

VENDITORE – Sarebbe a dire che chi si iscrive, e alla fine magari si leva la soddisfazione di sostenere anche l’esame di laurea, lo fa solo per il gusto della conoscenza, e questo atteggiamento di per sé è un valore inestimabile.

PASSEGGERE – Lei ha detto che questa è un’università fluttuante, in che senso?

VENDITORE – Nel senso che va aldilà degli spazi canonici. Quale altra università al mondo, per esempio, agisce anche nella notte e grazie al docente-writer Manu Invisible accompagnato dal docente Gavino Murgia col suo sassofono scrive sui muri morti frasi come per esempio “Aristan, per quelli che non stanno al gioco di quest’epoca miserabile”? O registra brani musicali come “Il tempo dei topi di fogna” con un performer- filosofo come Giulio Giorello? Oppure organizza un Raduno Mondiale degli Zorro contro l’uso improprio della zeta da parte di Putin sui carri armati…

PASSEGGERE – …Ma ci sono anche lezioni che si tengono nelle aule?

VENDITORE – Come no! Nel misterioso Teatro Houdini, per esempio, o nell’aula magna del Seminario, o nell’auditorium del Conservatorio… E i docenti raggiungono il palco accolti sempre dallo sventolio di bandiere con le insegne dell’ateneo e preceduti da una gioiosa banda musicale.

PASSEGGERE – Writers, Zorro, bande musicali… Mi perdoni ma sono un po’ disorientato.

VENDITORE – Molto bene, vuol dire che sta già godendo dell’effetto-Aristan; questo ateneo infatti non offre certezze ma deliziose, stimolanti incertezze.

PASSEGGERE – Incertezze… ecco. Ho capito. E chi sono i docenti?

VENDITORE – Ce ne sono e ce ne son stati di tutti i tipi, tutti bravissimi e appassionati: scrittori, musicisti, sceneggiatori, attori, epistemologi, registi, mimi… si anche mimi per le lezioni mute; e poi storici dell’arte, neuroscienziati, pasticceri, artisti, fisici, antropologi, psichiatri, esegeti, ipnotisti… persino arcivescovi e monaci zen.

PASSEGGERE – Ma cosa insegnano?

VENDITORE – Insegnano a trovare scintille di felicità e a cercare nuovi punti di vista… e ciascuno a modo suo si impegna a diffondere le campagne umanistiche di Aristan.

PASSEGGERE – Campagne tipo campagne pubblicitarie?

VENDITORE – Sì, sono sette: la campagna per la liberalizzazione del concetto di poesia, quella per la prevenzione dell’idiozia esagerata, quella per l’identificazione dell’etica nell’estetica, poi quelle per l’abolizione dell’oblio sistematico, per la rivalutazione dei dettagli, per la diffusione dell’entusiasmo e infine quella per la regalità di ciascuno. Solo che queste campagne a differenza delle normali campagne pubblicitarie non vendono prodotti, diffondono stati mentali. Che ne dice?

PASSEGGERE – …Stati mentali… Che ne dico in che senso?

VENDITORE – Nel senso che vorrei sapere se queste campagne umanistiche le piacciono?

PASSEGGERE – Bhe, credo di sì… Sembrano belle. Ma l’iscrizione immagino costi molto.

VENDITORE – La sorprenderò: se si iscrive all’anno accademico ciascuna delle 18 lezioni le costerà come due spritz a buon mercato: 8 euro.

PASSEGGERE – E se invece volessi assistere solo a qualche lezione, posso farlo?

VENDITORE – Certo! In questo caso però ogni lezione le costerà 15 euro. Io comunque le sconsiglio questa formula.

PASSEGGERE – Perché mai?

VENDITORE – Perché io vendo iscrizioni e se lei va alle lezioni singole non ho nessuna percentuale su quegli ingressi (sorride).

PASSEGGERE – Non mi sembra una buona ragione…

VENDITORE – A me sì (sorride ancora, ma questa volta con aria di sfida).

PASSEGGERE – …Sa cosa le dico? Questa università sarà tutto quello che vuole ma lei è una persona arrogante e venale. Non mi piace.

VENDITORE – Bello lei!

 PASSEGGERE – Me ne vado. Si tenga le sue iscrizioni. Un’università che ha dei collaboratori come lei non può essere un granché.

VENDITORE – E io sa cosa le dico?

PASSEGGERE – No.

VENDITORE – Si offra come reperto per la campagna contro l’idiozia esagerata.

PASSEGGERE – In che senso?

Editoriale di Filippo Martinez con la consulenza medianica di Giacomo Leopardi (Autori di operette morali)

“Ce ne sono e ce ne son stati di tutti i tipi, tutti bravissimi e appassionati: scrittori, musicisti, sceneggiatori, attori, epistemologi, registi, mimi… si anche mimi per le lezioni mute; e poi storici dell’arte, neuroscienziati, pasticceri, artisti, fisici, antropologi, psichiatri, esegeti, ipnotisti… persino arcivescovi e monaci zen.” Da  DIALOGO TRA UN VENDITORE DI ISCRIZIONI E UN PASSEGGERE – Editoriale di Giacomo Leopardi e Filippo Martinez (Autori di operette morali)

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