Capitolo 14 . I DIRITTI CIVILI DEI SOGNI NELLO STATO DI VEGLIA


30 ottobre 2013

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Ho sempre sostenuto i diritti civili dei sogni nello stato di veglia, ma quello che sto vivendo in questo momento più che un sogno sembra uno stato di allucinazione. In questi casi per evitare che la situazione sfugga di mano c’è solo una cosa da fare: prendere atto di tutti gli eventi recentissimi, anche quelli che sembrano irreali, e catalogarli.
La farò adesso, punto per punto, pedantemente.
1 – Ieri sera, dopo tanti giorni di pioggia ininterrotta, finalmente il cielo si è rischiarato.
2 – Oggi, verso le dieci, in qualità di avvocato, mi sono recato nella capanna di Stefano Lecter Floris, il mio cliente attualmente in galera, per recuperare la chiostra di denti del pacu, elemento chiave del mio impianto difensivo. Avrei dovuto trovarla nella borsa da pesca, invece niente. Ho frugato dappertutto: sparita; volatilizzata.
3 – Sono corso in prigione, dal mio cliente. Ma la porta era socchiusa e dentro non ho trovato nessuno. Non c’era traccia nemmeno di Slim, la guardia carceraria.
4 – Ho raggiunto la capanna di Nichi Grauso, mio collaboratore in questo processo nel ruolo di detective privato. Pensavo dormisse invece stava giocando a poker dalla sera prima con un terzetto formato dal suo ex nemico Ozzy Osbourne, da Harold – uno degli indigeni che dopo la rissa dei giorni scorsi era stato in cella con loro – e da Ghighi Gessa. Solo il tempo di finire la mano e Nichi ha indossato il suo costume da Batnik.
4 – Ozzy, Harold e Ghighi hanno dichiarato di volerci aiutare. Li ho ringraziati ma ho detto loro che non c’era alcun bisogno, che andassero pure a dormire. Hanno risposto che non avevano sonno.
5 – Tutti e cinque ci siamo avviati verso la prigione, che è dall’altra parte di Kapingamarangi, per cercare qualche traccia del nostro cliente, o almeno di Slim.
6 – Lecter e Slim erano rientrati e stavano pulendo una montagna di funghi appena raccolti. Sarebbe stato un peccato perderli, così essendo Lecter l’unico detenuto, Slim l’aveva portato con sé. Ci hanno invitato a pranzo; ça va sans dire: risotto coi funghi.
7 – Lecter, informato del furto, ha detto che gli unici ad aver libero accesso alla sua capanna sono Tan Mai, il giardiniere, e Miriam, la vecchia cuoca isterica. Il ladro di denti non può che essere uno di loro.
8 – Slim è un cuoco superlativo: il risotto coi funghi, impreziosito da aromi misteriosi, è una meraviglia. Ne abbiamo mangiato tutti sino a non poterne più. Ora nessuno di noi ha voglia di muoversi: Ozzy, “il padrino dell’heavy metal”, ha imbracciato la strana chitarra di Slim e sta cantando dolcemente “Malafemmena”, in un napoletano quasi perfetto.
9 – Seduto con noi, enorme e sorridente, c’è anche Majin Bu, mago metamorfico. Potentissimo avversario di Goku, guerriero Super Saiyan protagonista del cartone animato Dragon Ball.
Ghighi Gessa mi dice che i funghi che abbiamo divorato sono Panaeolus cyanescens, potenti allucinogeni.
10 – Dopo aver riepilogato tutta la situazione posso affermare che Majin Bu – che in questo momento sta facendo la seconda voce in Malafemmena – deve essere certamente catalogato come “allucinazione”. Ma il resto? Come devo catalogare tutto il resto? Il fatto che ora dovrò recuperare la chiostra di denti di un ferocissimo pacu, stritolatore di testicoli, rubata da un giardiniere o da una cuoca? Che questi denti sono la chiave del mio impianto difensivo per il processo a un amico che ha morsicato il gomito a un kapingamarangese? Che con me c’è Nichi Grauso e mi aiuterà vestito da Batnik? Che anche Ozzy Osbourne mi vuole aiutare e in questo momento sta cantando una dolce melodia napoletana? E infine: sarà un sogno, sarà la cosiddetta realtà, o sarà un’allucinazione questo rumore minaccioso di folla furibonda che passa di fronte al carcere mentre va verso la capanna di Gino Camorra, procuratore di Andrea Franceschi (ormai un astro del calcetto locale), reo – a quanto si dice – di aver venduto il suo pupillo al proprietario dell’odiatissima squadra del Nukoro, la più forte delle isole Caroline? (continua)

Filippo Martinez

COGLI L’ATTIMO

 

immagini da Miracle man (1988) dei Black Sabbath, audio da Feel me now (Malafemmena) cantata da Elvis Presley

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