Molte vite furono salvate dal rock and roll, cantava Lou Reed in una canzone intitolata per l’appunto “Rock and roll”. Fra le quali di sicuro la sua, che, dopo un’adolescenza inquieta, è durata abbastanza da regalarci una discografia eclettica ed entusiasmante. Se in principio fu il rock and roll di Elvis, Bill Haley, Gene Vincent e Eddie Cochran, è con Lou Reed che il rock è diventato adulto. Fantasioso e trasgressivo in “Transformer”, romanzesco e decadente in “Berlin”, intimo e dolente in “Coney Island baby”, easy e cantabile in “Rock and roll heart”, puro rumore in “Metal machine music”, ruvido e lirico in “Street hassle”, colto e jazzato in “The bells”, per toccare solo alcuni vertici dell’arte sublime di un genio che iniziò con quell’Andy Warhol, oggi celebrato dalle mostre milanese e pisana, che produsse il capolavoro dei Velvet Undergound con la banana in copertina e nei solchi di vinile quel mix di perversione sadiana e innocenza stupita: da “Venus in furs” a “Sunday morning”. Molti lo ricorderanno per “Walk on the wild side” e “Perfect day”, “Heroin” e “Sweet Jane”. Ma se volete entrare nel profondo della sua anima rock, ascoltatevi a ripetizione due perle sconosciute di pura (in)felicità: la straziante “Gimme some good times” con la voce che canta stancamente “Dammi qualche divertimento, dammi qualche dolore, per me è sempre la stessa cosa” e la swingante “City lights”, una delizia dedicata a Charlie Chaplin e al suo “Luci della città”. “When he left us, his humour left forever”, canta la voce inconfondibilmente rock di Lou a proposito di Charlot: quando ci ha lasciato, il suo humour ci ha lasciato per sempre. Ora che ci ha lasciato Lou Reed, a lasciarci per sempre è un caleidoscopio di emozioni musicali che nessun rocker odierno ha il talento e la personalità di poter ereditare.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Così lontano, così vicino! (In weiter Ferne, so nah! 1993) diretto da Wim Wenders, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 46º Festival di Cannes. Lou Reed interpreta se stesso