Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Così si rivolgeva al corpo celeste, dandogli del tu, il pastore errante dell’Asia minore a cui prestò voce Leopardi. E con lei intreccia un dialogo, interrogandosi sul senso della sua esistenza e sul destino dell’uomo in generale.
Oggi un Leopardi redivivo farebbe fatica a scrivere questi versi perché la luna è stata nel frattempo gettata nel fango da un’umanità sempre meno attenta e sensibile ai valori perenni della cultura, dell’arte, della poesia, della conoscenza in tutte le sue espressioni e articolazioni e, come recita un antico proverbio sardo, “In su poju sa luna paret un’ateruna” (Nella pozzanghera la luna sembra un’altra cosa) e non si ha più voglia di intrattenersi con lei.
Aristan, università della felicità, è nata e si sta riproponendo a chi ama ancora il sapere con l’arduo compito di cavar fuori la luna dalla pozzanghera per farla risplendere di nuovo in cielo.
Silvano Tagliagambe (Cronista filosofico di Aristan)
“Aristan, università della felicità, è nata e si sta riproponendo a chi ama ancora il sapere con l’arduo compito di cavar fuori la luna dalla pozzanghera per farla risplendere di nuovo in cielo.” Da LA LUNA E LA POZZANGHERA – Editoriale di Silvano Tagliagambe (Cronista filosofico di Aristan)