Sino alla loro morte, avvenuta in tardissima età, mia nonna e sua sorella hanno convissuto in campagna con una trentina di galline. Quando arrivava il momento non esitavano ad afferrarne una e tirarle il collo, ma per il resto le accudivano come delle figlie e venivano ripagate con uova eccezionali. Le galline erano libere di muoversi in quel vasto cortile come meglio credevano e di appartarsi nei luoghi più improbabili per deporre le uova. Ne capisco le ragioni, ho partecipato alla caccia al tesoro, soprattutto quando tra il cervello delle vecchiette e quello delle galline non c’era tanta differenza. Ora acquisto con rassegnazione uova di scarsissima qualità, risultato della tormentata esistenza di galline provate nel fisico e nel morale. Ed è una magra consolazione la presenza sul mercato di “uova biologiche”, cosa che lascia pensare che normalmente le galline sfornino uova di alabastro. Provate però a osservare con una lente d’ingrandimento il codice stampigliato sul guscio, previsto dalla legislazione per indicare il tipo di allevamento. Se non inizia con lo zero (“uova da agricoltura biologica”), spesso non corrisponde a quanto strombazzato sulla carta. In ogni caso abbiate il coraggio di mangiarle crude e aspettatevi, dopo qualche ora, la vendetta della gallina.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
da Pane e cioccolata (1973) diretto da Franco Brusati e interpretato da Nino Manfredi.