Il successo clamoroso di “Follemente”, che ha sfiorato i 5 milioni d’incasso in un weekend di programmazione, segue quello di “Diamanti”, che ha già raggiunto i 16 milioni, mentre gli altri titoli italiani languono nelle zone basse della classifica (la somma degli incassi totali di “Fatti vedere”, “Diva futura” e “Dove osano le cicogne” è sotto i 2 milioni). Quello che accomuna i due campioni del box office è che si tratta di film corali. “Diamanti” di Ozpetek schiera ben diciotto attrici protagoniste, scelte tra le beniamine di vari pubblici femminili di cinema, teatro e televisione (da Jasmine Trinca a Vanessa Scalera, da Geppi Cucciari a Elena Sofia Ricci, da Luisa Ranieri a Mara Venier) per orchestrare un melodramma che celebra le donne. “Follemente” applica la trovata di “Inside out”, cioè quella di far diventare personaggi le emozioni interiori, al primo appuntamento di una coppia: così, anche se i protagonisti sono solo due, il regista Paolo Genovesi affianca quattro attrici famose a impersonare i sentimenti di lei e quattro attori altrettanto famosi a impersonare quelli di lui. L’aspetto interessante è l’inversione di tendenza rispetto alla vecchia commedia all’italiana, dominata da mattatori sui quali era costruito l’intero film, fossero Sordi o Tognazzi, Monica Vitti o Manfredi, Gassman o Villaggio. Forse oggi gli spettatori non riescono più a identificarsi in un personaggio, la nostra identità si è frantumata e sfilacciata al punto che abbiamo bisogno, per mettere insieme la sfuggente personalità che abbiamo, di un cast variegato che ne sfaccetti i lati multiformi e ne rispecchi gli aspetti contraddittori. In passato siamo stati l’americano a Roma e Fantozzi, oggi siamo un caleidoscopio di umori e inquietudini, di cuore in mano e confusione. E per interpretarci non serve più un grande attore ma una ventina di attori normali.
Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)
“In passato siamo stati l’americano a Roma e Fantozzi, oggi siamo un caleidoscopio di umori e inquietudini, di cuore in mano e confusione. E per interpretarci non serve più un grande attore ma una ventina di attori normali.” Da L’UNIONE FA L’INCASSO – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)