In un articolo recente sulla stampa nazionale, un noto psicanalista, sulla base della sua esperienza di terapeuta, dice che gli umani per sentirsi liberi stanno arrivando a sognare una vita animale che «incarna l’ideale di una vita senza costrizioni e pienamente libera […] vita senza vergogna, disinibita, priva di Legge e di senso di colpa». La vita umana, invece, appare come «limitata dalle leggi, dalla Cultura, separata irreversibilmente dalla Natura». Da temere e, dunque, da evitare.
Quando saperi e credi ancora non erano poteri,
quando fratelli e sorelle erano l’uno all’altro guaritori,
e con la parola facevano miracoli
dando al pensiero il piacere di narrare…
al centro di un giardino misero due alberi,
uno della vita, a desiderio,
e l’altro del bene e del male a conoscere e temere…
e per dirci che esseri terrosi a celesti assomigliavano
non nell’eterno vivere ma nel rischioso coraggio quotidiano
di «seguir virtude e conoscenza»,
al primo pranzo i frutti del conoscere mangiarono,
inaugurando la domanda che i «bruti» sembrano non porsi,
del perché, a perfezione divina, quando piove,
sia rugiada a fecondare o a distruggere alluvione,
sui giusti insieme piove e sugli ingiusti.
Ma quando i saperi antichi di fede a resilienza
diventano poteri di morale ad accusare,
aiutaci, Signore, a ritrovare il miracolo
di dare al pensiero il piacere di narrare, e di guarire.
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
al primo pranzo i frutti del conoscere mangiarono, / inaugurando la domanda che i «bruti» sembrano non porsi, / del perché, a perfezione divina, quando piove, / sia rugiada a fecondare o a distruggere alluvione, / sui giusti insieme piove e sugli ingiusti
(da Salmo 61 I MIRACOLI DEL PIACERE editoriale di Antonio Pinna)