Se vi venisse detto che lo stesso quadro, ad esempio i celeberrimi Girasoli di Vincent van Gogh, viene giudicato positivamente o negativamente, e quindi considerato bello o brutto, a seconda della cornice in cui viene inserito, fareste giustamente un balzo sulla sedia e dareste del matto a chi ve lo dice. Eppure, esiste un risultato rigorosamente documentato che sostiene proprio qualcosa del genere. E lo afferma in modo così convincente che chi l’ha proposto, lo psicologo cognitivo Daniel Kahneman, è stato insignito, insieme a Vernon Smith, del Premio Nobel per l’economia nel 2002 “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza”.
Quello che egli chiama “effetto framing”, termine derivante da “frame” che tradotto letteralmente significa cornice, o intelaiatura, può essere spiegato con l’esempio dell’esperimento noto come “Problema della Malattia Asiatica”, formulato nel modo seguente:
“Gli Stati Uniti si preparano ad affrontare una nuova malattia proveniente dall’Asia che risulta essere particolarmente contagiosa. Sono a rischio le vite di seicento persone”.
Kahneman ha selezionato due gruppi di candidati, tutti medici esperti, a cui sono stati prospettati due programmi alternativi ciascuno. Al primo gruppo è stato proposto quanto segue:
Programma A: 200 persone si salvano
Programma B: 1/3 di probabilità di salvare tutti, 2/3 di probabilità di non salvare nessuno
I programmi alternativi per il secondo gruppo erano invece i seguenti:
Programma C: 400 persone muoiono
Programma D: 1/3 di probabilità che nessuno muoia, 2/3 di probabilità che muoiano tutti
Da un punto di vista oggettivo, cioè del calcolo delle probabilità, i programmi A e B sono del tutto equivalenti ai programmi C e D, eppure le risposte dei candidati sono state profondamente diverse. Nel primo gruppo è stato scelto il programma A nel 72% dei casi e il programma B nel restante 28%; nel secondo gruppo la scelta prioritaria (78%) è caduta sul programma D mentre il programma C è stato preferito solo nel restante 22% dei casi. Se questa è l’incidenza delle modalità di presentazione delle informazioni e delle conoscenze sugli esperti si può facilmente immaginare quale impatto questo fattore abbia su menti meno attrezzate e preparate e sull’opinione pubblica in generale.
Silvano Tagliagambe (Cronista filosofico di Aristan)
“Da un punto di vista oggettivo, cioè del calcolo delle probabilità, i programmi A e B sono del tutto equivalenti ai programmi C e D, eppure le risposte dei candidati sono state profondamente diverse.” Da SE LA CORNICE CONTA PIÙ DEL QUADRO – Editoriale di Silvano Tagliagambe (Cronista filosofico di Aristan)