Sant’Agostino e il suo maestro, sant’Ambrogio vescovo di Milano, discussero a lungo sulla santità di Origene.
Il quale, filosofo superbo e padre della chiesa, prendendo alla lettera una frase del vangelo (Matteo 18,8-9 e Marco Marco 9,43-49) che dice “Se la tua mano ti fa cadere in peccato, tagliala”, temendo di cadere in peccato a causa dei suoi ormoni si autoevirò. Solo per questo motivo Origene fu scomunicato e considerato eretico, per aver tagliato un dono datogli da Dio.
Per il resto – come sostiene anche San Girolamo – le sue circa 6.000 opere sono una pietra di fondazione della chiesa cristiana.
Per Agostino Origene andava fatto Santo perché si era evirato secondo il dettato evangelico mentre per Sant’Ambrogio doveva restare un eretico per l’identico motivo.
Oggi Origene sarebbe un’icona gay e un simbolo degli lgbtq non solo per la sua auto-castrazione ma per la scelta ragionata della sua asessualità che è in realtà un modo originale di interpretare la propria sessualità.
Di Origene ho tradotto varie cose fra cui una vera e propria chicca sul tema della verginità nel suo splendido commento al Vangelo di San Giovanni dal titolo “Theotòkos”, madre di Dio nel quale si diletta sulla perpetua maternità verginale della madre del Signore.
In un certo qual modo ricorda il mito sulla nascita di Lao Tze che nacque il 14° giorno della IX luna del 601 avanti Cristo, dopo sette anni di gestazione, dall’ascella sinistra di sua madre Li. Il fondatore del Taoismo, secondo la biografia scritta da Sima Qian 4 secoli dopo, nacque già vecchio e con i capelli bianchi, essendo la santità incompatibile con la giovinezza.
Allo stesso modo Origene crede fermamente che la verginità sia un fatto anche fisico e non solo spirituale e quindi non poteva nascere il Cristo da atti che lui considerava impuri.
La sua dolorosa auto-castrazione fu però un percorso spirituale che lo portò a verificare nuovi metodi di conoscenza, essendo questa la purezza in sé. E ciò che è puro in sé non può in alcun modo essere corrotto da ciò che in sé è impuro.
Infatti la pulsione sessuale limita la capacità ascetica della riflessione assoluta trasformando ciò che conta in ciò che non può avere ragione di annoverazione nel pantheon delle riflessioni su ciò che ci sovrasta.
Mischiare il cielo con la terra è impresa abbastanza macabra.
Pensare che si avvicina a Dio chi prova un’erezione per una suora diventa elemento disdicevole di ascesi.
Il problema centrale, però, è capire se sia preferibile l’auto-castrazione spirituale a quella fisica.
Paradossalmente è più facile amputarsi i testicoli dall’apparato genitale che dall’apparato mentale e spirituale.
Ci vuol più forza ad eliminare il concetto di peccato che la possibilità fisica di peccare.
L’argomento è ancora dibattuto da qualcuno, per esempio da me.
Solo che non trovo persone con le quali potermi serenamente confrontare.
E forse il vero peccato è questo.
Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)
“Se la tua mano ti fa cadere in peccato, tagliala” Da SULL’ASSOLUTA IMPORTANZA DI EVIRARSI – Editoriale di Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)